I 5 circuiti dove sono morti più piloti

Il fascino e la magia di un circuito risiedono anche nelle minacce che i piloti devono schivare. Le piste vanno infatti considerate un banco di prova, uno strumento per misurare il valore del mezzo e di chi lo guida: più le velocità sono elevate, più le curve sono impegnative, più le vie di fuga sono contenute e più ciascun pilota sarà coperto di gloria. Capita però che il rischio si trasformi in tragedia, l’errore in dramma, il divertimento in incubo. Autoblog.com ha stilato una classifica delle cinque piste in cui hanno perso la vita il maggior numero di persone, fra piloti, commissari e spettatori.

Monza

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Nella pista lombarda sono morte 42 persone. Tale numero è in realtà ‘drogato’ dalla tragedia verificatasi il 9 settembre 1928, quando Emilio Materassi uscì di strada al volante della sua Talbot Darracq: l’urto uccise lo stesso Materassi e 27 spettatori. Nel 1933 vennero invece stesi tre lenzuoli bianchi.

Spa-Francorchamps

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La pista belga venne ultimata nel 1921 ed è considerata una fra le più appaganti del mondo intero. Annus horribilis fu il 1960, quando Chris Bristow ed Alan Stacey persero la vita in appena 15 minuti (Bristow venne in realtà colpito da un uccello). L’ultimo decesso risale al 2013. Sébastien Clouzeau perse la vita durante una gara di F3 Classic. Nel corso degli anni sono morte 48 persone.

Indianapolis Motor Speedway

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Dal 1909 al 2013 ben 50 piloti hanno perso la vita nel circuito statunitense, dove si raggiungono velocità nell’ordine anche dei 350 km/h. L’ultimo decesso risale al 22 ottobre 2003 ed ha quale vittima Tony Renna, che perse il controllo della propria monoposto e si ritrovò proiettato in aria.

Nürburgring

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La pista tedesca è soprannominata Inferno Verde ed ha pianto ben 68 piloti, da Čeněk Junek nel 1928 a Leo Löwenstein nel 2010. Il periodo più drammatico si verificò fra l’aprile ed il settembre 1970: rimasero vittima di incidenti quattro piloti di automobili e 2 di motociclette.

Isola di Man

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La TT inglese è da sempre una delle gare più rischiose e pericolose, tanto da non aver causato vittime solo in due edizioni dal 1946 ad oggi. Una di queste però è il 2001, quando la competizione non si svolse. Il numero di decessi è impressionante: ben 242.

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