A Roma i taxisti protestano per una cena fra Uber ed alcuni politici

Sull'argomento è intervenuto anche il sindaco Marino: "Uber è utile, ma dobbiamo garantire un reddito di lavoro anche ai taxisti".

Di p.a.fina
Pubblicato il 24 lug 2015
A Roma i taxisti protestano per una cena fra Uber ed alcuni politici

Mercoledì sera alcuni taxisti hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti ad un ristorante di piazza Sant’Ignazio, a Roma, dove si erano dati appuntamento un gruppo di parlamentari e la responsabile di Uber per il territorio italiano, Benedetta Arese Lucini. La protesta è degenerata quando i taxisti hanno lanciato banconote false e scandito il coro venduti!

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Nel ristorante pare ci fosse anche Ivan Catalano, autore di una proposta di legge sul tema.

[/related]Alla cena – secondo le informazioni raccolte da Il Fatto Quotidiano – avrebbero partecipato Ivan Catalano, Adriana Galgano e Giuseppe Stefano Quintarelli di Scelta Civica e Luis Alberto Orellana del gruppo misto, ma alcuni esponenti di Lega Nord ritengono che gli astanti fossero in numero maggiore: su Il Fatto leggiamo che “oggetto della protesta la cena carbonara organizzata dall’amministratore delegato di Uber con politici bipartisan. C’erano il Pd, Area Popolare, il M5S e anche il gruppo misto”. Alessandro Genovese, sindacalista di Ugl Taxi, sottolinea come siano stati “depositati alcuni emendamenti da parte di diversi parlamentari che convergono su un testo molto simile, poco prima della chiusura della presentazione degli emendamenti sul ddl concorrenza. Pare proprio che dietro tutto questo ci sia una regia. La cena della general manager di Uber Arese Lucini con alcuni parlamentari della repubblica pare confermare questo sospetto”.

Sulla questione Uber è intervenuto anche il sindaco della capitale, Ignazio Marino, che ammette di provare “sentimenti controversi” e di non voler mettere in discussione l’efficacia del servizio. “Però certamente noi abbiamo anche il dovere di proteggere i posti di lavoro di persone come i guidatori di taxi – spiega Marino –, che evidentemente devono avere la possibilità di continuare ad avere un loro reddito”.

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