Blocco Diesel Euro 5: Rinvio al 2026 Solo per le Grandi Città, Ecco Cosa Cambia
Il blocco diesel Euro 5 slitta al 2026 e riguarda solo le città sopra i 100 mila abitanti. Scopri impatto, numeri e nuove regole per automobilisti e regioni.
:format(webp)/staging.autoblog.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_379760.jpg)
Una nuova boccata d’ossigeno per milioni di automobilisti italiani: il blocco diesel Euro 5 viene ufficialmente rinviato, portando sollievo a famiglie e imprese che temevano un cambiamento troppo repentino. La decisione, comunicata dal Ministro Matteo Salvini, arriva in risposta alle difficoltà economiche che molti cittadini stanno affrontando e riflette la volontà di concedere più tempo per adeguarsi alla transizione verso una mobilità sostenibile.
Il Ministero delle Infrastrutture ha formalizzato la misura attraverso un emendamento al decreto Infrastrutture, spostando la data di entrata in vigore del divieto dal 1° gennaio 2025 al 1° ottobre 2026. Non solo: il provvedimento riduce notevolmente il campo d’applicazione, limitando il blocco ai soli comuni con oltre 100.000 abitanti. Una scelta dettata dalla consapevolezza che il tessuto sociale ed economico del Paese necessita di una transizione graduale e meno impattante.
Il rinvio del blocco diesel Euro 5 non è un semplice posticipo, ma una strategia che mira a salvaguardare il diritto alla mobilità e la sostenibilità delle attività produttive, soprattutto nelle grandi città del Nord Italia, dove la concentrazione di veicoli di questa categoria è particolarmente elevata. I numeri lo dimostrano: la Lombardia guida la classifica con ben 484 mila veicoli Euro 5 ancora in circolazione, seguita dal Veneto con 340 mila, dall’Emilia-Romagna con 270 mila e dal Piemonte con 236 mila. Se si osservano i dati a livello cittadino, si nota che Milano dovrà fare i conti con 38 mila auto interessate dal provvedimento, Torino con 34.225, Bologna con 17.900, mentre Verona e Padova dovranno affrontare rispettivamente il futuro di 16.111 e 11.813 veicoli.
Una delle novità più significative introdotte dall’emendamento riguarda il ruolo delle Regioni. Al termine del periodo di rinvio, saranno proprio le amministrazioni regionali a decidere se e come inserire il blocco nei propri piani per la qualità dell’aria. Questa maggiore autonomia permette di adattare le politiche alle specificità dei diversi territori, garantendo una gestione più flessibile ma sempre allineata alle direttive europee sull’inquinamento. In questo modo, le strategie di contrasto alle emissioni nocive potranno essere calibrate in base alle esigenze locali, senza rinunciare all’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale nei centri urbani più popolosi.
Tuttavia, il rinvio del blocco diesel Euro 5 non risolve il problema strutturale dell’anzianità del parco auto italiano. Secondo i dati ACI, l’età media delle vetture in circolazione è di 13 anni, e ben il 25% dei veicoli supera i 19 anni di anzianità. Un dato che pone l’Italia tra i Paesi europei con i mezzi più vecchi e meno efficienti dal punto di vista ambientale. L’analisi di AutoScout24 aggiunge che il 44,5% delle auto appartiene alle classi Euro 4 o inferiori, con un preoccupante numero di 4,28 milioni di veicoli Euro 0-1 ancora sulle strade. Questo scenario rappresenta una sfida importante per il futuro della mobilità sostenibile e per la qualità dell’aria nelle nostre città.
Il provvedimento offre dunque un periodo di respiro, ma la strada verso una mobilità più pulita e innovativa resta lunga e complessa. La transizione verso veicoli meno inquinanti, come ibridi ed elettrici, dovrà essere sostenuta da politiche di incentivo, investimenti nelle infrastrutture e campagne di sensibilizzazione rivolte a cittadini e imprese. Le Regioni, grazie alla maggiore autonomia concessa, avranno un ruolo cruciale nel guidare questo cambiamento, bilanciando le esigenze di tutela ambientale con quelle di sviluppo economico e sociale.
In definitiva, il rinvio del blocco diesel Euro 5 rappresenta una soluzione temporanea, una pausa che consente di prepararsi meglio alle sfide future senza compromettere la vita quotidiana di milioni di persone. Ma è chiaro che la vera svolta arriverà solo con un rinnovamento profondo del parco auto nazionale e una decisa accelerazione verso la mobilità sostenibile, obiettivi imprescindibili per garantire città più vivibili e un ambiente più sano per tutti.
Se vuoi aggiornamenti su Approfondimenti inserisci la tua email nel box qui sotto:
Ultime notizie
:format(webp)/staging.autoblog.it/app/uploads/2024/11/nuovo-codice-della-strada-2024.jpg)
:format(webp)/staging.autoblog.it/app/uploads/2023/12/hyundai-ioniq-5.jpg)
:format(webp)/staging.autoblog.it/app/uploads/2023/12/hyundai-1-1.jpg)
:format(webp)/staging.autoblog.it/app/uploads/2023/12/hyundai-kona-electric-1.jpg)