Stellantis, riparte la produzione ad Atessa con 400 dipendenti in meno
Stellantis Atessa riprende la produzione con 400 dipendenti in meno e 650 veicoli al giorno. Cassa integrazione, sfida elettrico e incertezze sull’indotto
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Nel cuore dell’industria automobilistica italiana, lo stabilimento Stellantis Atessa si trova ad affrontare una delle fasi più delicate della sua storia recente. La crisi che sta attraversando il polo produttivo della Val di Sangro si riflette sia sui numeri che sul morale di lavoratori e aziende dell’indotto. Eppure, tra difficoltà operative e timidi segnali di ripresa, permane una speranza concreta legata al ruolo centrale che il Fiat Ducato continua a ricoprire nel mercato dei veicoli commerciali.
Secondo Nicola Manzi, coordinatore Uilm Abruzzo, “il Ducato è ancora un prodotto appetibile per chi deve lavorare, nonostante le difficoltà del mercato”. Una dichiarazione che fotografa perfettamente la situazione attuale: lo stabilimento è alle prese con una riorganizzazione profonda, segnata da un ridimensionamento della forza lavoro e da una produzione veicoli ridotta rispetto agli anni d’oro.
Uscite incentivate
Negli ultimi mesi, circa 400 dipendenti hanno lasciato l’azienda attraverso uscite incentivate, un dato che evidenzia la volontà di Stellantis di adattarsi a una domanda di mercato in calo e a una nuova strategia industriale. Il taglio del personale ha avuto un impatto diretto sulla capacità produttiva dello stabilimento, che in condizioni ottimali poteva contare su tre turni attivi e una produzione di 970 veicoli al giorno. Oggi, con la sospensione del turno notturno, il ritmo si è abbassato a circa 650 unità giornaliere, segnando una contrazione significativa per un sito considerato da sempre un punto di riferimento nell’automotive italiano.
Questo clima di incertezza si ripercuote inevitabilmente sull’intero tessuto industriale della Val di Sangro. La filiera dell’indotto, composta da numerose aziende fornitrici, sta vivendo momenti di forte preoccupazione: la cassa integrazione attivata a giugno 2024, seguita dall’introduzione del contratto di solidarietà che durerà almeno fino a dicembre, ha costretto molte realtà a rivedere piani produttivi e investimenti, faticando a sostenere il calo della domanda.
Ducato sempre al vertice della piramide
Nonostante il quadro complesso, il Fiat Ducato mantiene un ruolo chiave. Il veicolo commerciale, simbolo della produzione locale, continua a essere scelto per la sua affidabilità, versatilità e rapporto qualità-prezzo. Rispetto ad altri modelli e segmenti, il Ducato mostra una maggiore resilienza alla transizione verso l’elettrico, grazie a una clientela fidelizzata che ancora preferisce il motore termico per ragioni di praticità e costi di gestione. Sebbene i volumi attuali siano lontani dai massimi storici, rappresentano comunque un segnale di stabilizzazione che lascia intravedere margini di ripresa.
La vera sfida, però, si gioca sul fronte dell’innovazione. La versione Ducato elettrico rappresenta una scommessa fondamentale per il futuro dello stabilimento e per la sua capacità di adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Attualmente, la produzione del modello a zero emissioni è ancora marginale, con appena 5-6 unità realizzate ogni giorno. Una cifra che testimonia le difficoltà legate sia alla domanda ancora limitata, sia alla necessità di rendere il prodotto più competitivo rispetto alla versione tradizionale. Come sottolinea Manzi, “occorre creare condizioni adeguate affinché il cliente possa sceglierlo e trovarlo davvero competitivo rispetto alla versione tradizionale”.
Prossimi mesi saranno cruciali
I prossimi sei mesi saranno cruciali per il destino di Stellantis Atessa. Il futuro del sito produttivo dipenderà dalla capacità dell’azienda di consolidare la domanda, rafforzare la propria posizione nel mercato dei veicoli commerciali e guidare la transizione verso l’elettrico senza perdere di vista le esigenze dei lavoratori e dell’indotto. Nel frattempo, la comunità della Val di Sangro osserva con apprensione l’evoluzione degli eventi, consapevole che la sopravvivenza di uno dei principali centri produttivi dell’automotive italiano passa attraverso la capacità di innovare e di mantenere alto il livello occupazionale.
In questo scenario di crisi e speranza, il Fiat Ducato resta il simbolo di una tradizione industriale che vuole guardare avanti, senza dimenticare le proprie radici. L’auspicio è che le scelte strategiche di oggi possano garantire non solo la continuità produttiva, ma anche nuove opportunità di sviluppo per tutto il territorio.
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