Aston Martin Valhalla: la terza hypercar britannica

Diffuso il nome definitivo del concept AM-RB 003 mostrato a Ginevra. Progettata da Adrian Newey, la vettura monterà un motore ibrido, un V6 turbo elettrificato di progettazione interna. Produzione prevista di 500 esemplari

Di Roberto Speranza
Pubblicato il 19 giu 2019
Aston Martin Valhalla: la terza hypercar britannica

E’ decisamente cambiato in meglio, ora è molto evocativo. Aston Martin Valhalla è il nuovo nome della hypercar che lo scorso marzo a Ginevra è stata presentata come AM-RB 003. La casa britannica prosegue dunque nella nomenclatura basata sulla mitologia nordica (dopo la Valkyrie e la versione da corsa Valkyrie AMR Pro) per le sue vetture speciali a motore centrale, progettate da Adrian Newey in collaborazione con la Red Bull Racing. Il prezzo non è ancora stato comunicato ufficialmente, ma si vocifera una cifra intorno alle 850.000 sterline, pari a 952.000 euro. Tasse escluse, ovviamente. Definita invece la produzione: 500 esemplari. Fate un prelievo al bancomat e affrettatevi a prenotarla.

 

Aston Martin Valhalla

Nella leggenda mitologica, il Valhalla è una sorta di paradiso dei guerrieri, un’enorme sala di Asgard dove riposano le anime dei più valorosi fra i combattenti caduti in battaglia, i quali vengono scelti e accompagnati dalle valchirie, le guerriere al servizio di Odino, il re degli dei. Un’idea di potenza che ben si adatta ad un’Aston Martin. E poi c’è il fatto del nome che comincia con la lettera V, altra tradizione della casa di Gaydon fin dal 1951 con la prima Vantage.

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A differenza della Valkyrie (certo, se l’avessero chiamata Brunilde l’effetto sarebbe stato totalmente diverso), dove il motore è un V12 6.5 aspirato prodotto su commissione dalla Cosworth, l’Aston Valhalla ha una motorizzazione ibrida progettata internamente: un motore elettrico accanto ad un V6 turbo. Anche in questo caso non sono stati diffusi dati specifici; si parla di potenze intorno ai 1.000 cavalli, quota sotto alla quale nemmeno si può parlare di hypercar, apparentemente. Trattandosi di vettura disegnata da Newey, la performance è al primo posto, benché si tratti di un’auto omologata per la circolazione stradale. La leggerezza è un dovere: da qui il telaio completamente in fibra di carbonio, e dovevamo aspettarcelo. Allo stesso modo ci attendiamo un’elevata efficienza aerodinamica. Altro di concreto per il momento non si sa.

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